giovedì 7 maggio 2009

Il cammino sulla via Francigena, il cammino della vita e Seneca

Sono a Viterbo, ancora in giro con la mostra.
Difficile cammino questo. Anche se ci muoviamo solo di tanto in tanto, anche se ci muoviamo in macchina, anche se fino ad oggi non abbiamo avuto problemi di ospitalità, anche se siamo sempre in città e quindi non possiamo trovarci in situazioni di forte disagio per motivi atmosferici o altri imprevisti.
Difficile cammino perchè tanto più simile al cammino del nostro quotidiano. Con il divario che spesso separa le nostre aspettative dalla realtà quotidiana. Il senso a volte di frustrazione, o di impotenza, di rabbia anche.
I visitatori alla mostra sono molto pochi e in ogni città mi è un pò più difficile darne la ragione a specifiche situazioni contingenti. Chi visita la mostra sempre ne rimane toccato. Mi commuovono i pensieri scritti sul libro firme, così come le parole e gli abbracci dati di persona. Ciononostante nelle ore che passo sola o a chiacchierare con Marina, in attesa di qualche visitatore, spesso mi lascio prendere dalla frustazione. Mi sembra che uno splendido lavoro, frutto della collaborazione di molti, sia "sprecato" poichè giunge a così poche persone.
Cerco come sempre di utilizzare la mia frustrazione, il mio senso di impotenza, la mia irritazione che irragionevolmente tende a riversarsi su chi mi circonda, per comprendere un po' meglio il funzionamento della mia mente e del mio cuore. Strumenti utili per qualche altro piccolo passo verso la mia irragiungibile meta.
Come sempre coincidenze e sincronicità mi accompagnano. E mi sostengono.
Il poter aver salutato mia zia pochi giorni prima che morisse e aver potuto partecipare al funerale nei giorni trascorsi a Napoli, festeggiare con i miei genitori il compleanno mio e di mio padre. Ricevere la mail di Virginie (che ha ospitato me e Marina in Francia) che ci racconta di sua nonna morta tra il 4 e il 5 maggio di 17 anni fa, apparsale in sogno per chiederle di deporre fiori bianchi ai piedi di San Pietro in Vaticano per lo zio morto da poco. Virginie mi chiede se posso andare io per lei, e con piacere vado il 5 maggio. Approfittando dell'occasione che mi viene data per stare un pò con me stessa e cercare la pace nel mio cuore. Deposti i fiori ai piedi di San Pietro, entro in una cappelletta dedicata solo alla preghiera. Mi siedo per terra e faccio silenzio. Sembra di non essere neanche in San Pietro: non ci sono macchine fotografiche, nè cellulari, nè parole ad alta voce. Silenzio ed immobilità. Mi prendo il tempo che non ho preso al mio arrivo a Roma, freneticamente immersa negli abbracci dell'arrivo.
Il viaggio in treno da e per Viterbo mi regala le parole di Seneca. Non ho mai letto niente di suo, ma pochi giorni prima di terminare i miei 4 mesi di lavoro annuale, alla visita oculistica il medico mi porge un pezzetto di carta con bellissime frasi e rispondendo alla mia domanda sull'autore mi dice che è uno scritto di Seneca. Da allora penso che è un autore che voglio conoscere.
Ora a Viterbo, sono ospite di Giusi nella sua accogliente Libreria del Teatro....e se fossi capace di essere nel qui ed ora, per me sarebbe il paradiso.
Così approfitto per leggere libri e curiosare tra autori sconosciuti. Il primo libro comprato è Le opere Morali di Seneca, cominciato a leggere andando a Roma....
Mi sembra leggendolo che abbia già detto tutto quello che valga la pena di leggere: è bellissimo e sembra scritto ieri apposta per me.
Mi rasserenano le sue parole e mi piace molto la sua abitudine di chiudere le lettere a Lucilio con il piccolo dono di un pensiero attinto dalle sue letture.
Mi piace e decido di seguire il suo esempio: oggi nel salutarvi vi regalo questa sua frase "E' grande colui che usa vasi d'argilla come fossero d'argento, ma non è da meno chi usa vasi d'argento come fossero d'argilla"
Un abbraccio e buon cammino ovunque la vita vi porti

1 commento:

Oriano ha detto...

Ciao Immacolata, ogni tanto sbircio il tuo blog ... mi mancano le tue cartoline !!!
Un abbraccio, Oriano

PS: bella le "pillola" di Seneca