eccomi a Poeuilly,
paesino piccolisimo non previsto nel mio itinerario (tra Peronne e Trefcom), a cui siamo arrivati sbagliando strada mentre cercavo percorsi alternativi per la guida...
e ntrando in paese incontriamo un uomo in bicicletta che rientra a casa, Stephan..
gli chiedo di un sentiero che abbiamo attraversato e mi conferma la mia ipotesi che andasse bene, ma poi mi invita, ci invita a casa a verificare in internet e poi la moglie ci offre un ottimo caffe e ciocolattini e l'uso del bagno....
qui trovare un bar e quindi un bagno é quasi imposibile e a volte nei campi si é troppo visibili...
poi una parola tira l)altra e ci invitano a fermarci per la notte...consultiamo un po le nostre cartine e fanno un paio di telefonate per noi per informarsi di doe possiamo dormire domani...
sono una famiglia splendida, genitori e due bambinetti deliziosi... sulla porta una scritta offre il benvenuto a fate e elfi e ci sono strane scritte ed immagini dappertutto
la pota del bagno é una lavagnetta con le frasi più belle (o particolari dei bambini)
sembra di essere caduti in una favola :-)
ogni giorno ci regala nuovi miracoli e non riusciamo a credere di meritare quanto ci accade...
neanche nei miei sogni più ottimistici avrei potuto osare chiedere quanto sto ricevendo...
spesso ci ritroviamo a riufiutare aquanto ci offrono perchè è troppo... come stamattina che le suoere che ci hanno ospitatato volevano a tutti i costi darci scatolette o altro da portar via per mangiarlo nei prossimi giorni...
ma ancora avevamo il paté che ci hanno regalato due giorni fa e un pane e del formaggio comprato ieri... abbiamo accettato solo due uova...
stiamo man mano imparando a confidare nel "cammino" e a chiedere davvero solo il pane "quotidiano".
Grazie a tutti voi che seguite i miei passi, che mi accompagnate col cuore,
buon cammino a tutti
mercoledì 9 luglio 2008
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1 commento:
Ciao Immacolata,
il tuo racconto mi fa venire in mente che ho sentito di sfuggita ieri alla radio qualcuno che auspicava un ritorno del turismo lento, con viaggi anche a piedi, enfatizzando tutto ciò che di positivo può venire dai ritmi lenti, dai condizionamenti/fatica/necessità legati a tale forma di vacanza. Non si parlava di cammini spirituali, ma ho sentito comunque un'apertura del cuore pensando a quanto si potrebbe riguadagnare, oltre al contatto con sè stessi e con la natura, del terreno perduto nella fede verso la Provvidenza e nella fiducia verso gli altri, anche sconosciuti. Sarebbe pur sempre una sorta di cammino spirituale, no?
Buon proseguimento. Margherita
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